The Tomorrow Children – Anteprima
La conferenza Sony della Gamescom è stata piena di sorprese. Accanto ai classici calibri AAA l’azienda giapponese ha infatti annunciato e presentato nuovi titoli ricchi di idee fresche ed interessanti.
Tra gli annunci fatti, uno su tutti ha sorpreso sia per l’ambientazione che in particolar modo per le tematiche trattate: The Tomorrow Children.
Il titolo in questione nasce dalla collaborazione tra Q-Games, autori di PixelJunk, e i famosi Japan Studio di Sony.
I termini chiave per leggere The Tomorrow Children sono le parole unione e collettività. Parole che fungono da filo conduttore tra il background narrativo e il sistema di gioco alla base del titolo.
Non acceleriamo però i tempi e ripercorriamo tutto dall’inizio, spiegando con calma il motivo per il quale The Tomorrow Children ci ha così colpito.
Fratelli unitevi!
La storia narrata in The Tomorrow Children prende luogo in un’epoca distopica, durante gli anni ’60 e la guerra fredda.
Nel tentativo di sublimare la razza umana, in Russia viene condotto un esperimento, che punta a fondere tutte le menti umane in un’unica coscienza. Una coscienza che rifiuta l’io individuale a favore di un gelido ed impersonale noi collettivo.
L’esperimento tuttavia fallisce miseramente, con ripercussioni tragiche sul mondo per come lo conosciamo e sull’intera popolazione del pianeta, che viene letteralmente decimata.
I pochi sopravvissuti si ritrovano a vivere in una realtà completamente diversa da ciò che c’era prima, circondati da un mondo asettico, completamente bianco.
In questo candido nulla a perdita d’occhio solo due tipologie di zone vengono considerate ‘vive’: le città e le isole.
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Con le prime i sopravvissuti identificano le zone abitate. In esse sopravvive la civiltà organizzata, la cui cultura è basata sugli ideali marxisti di merce e forza lavoro.
Le seconde fanno invece riferimento alle aree esplorabili, quelle in cui è rimasto ancora qualcosa da cercare, da vedere diverso dall’accecante orizzonte bianco.
La sopravvivenza della restante popolazione non è però così semplice, poichè minata da una forza sconosciuta, che si oppone al progresso della civiltà.
Lo scopo di noi giocatori sarà quello di entrare in questa società paradosso, riportandola alla prosperità di un tempo e anche oltre.
È un compito arduo, nel quale il lavoro del singolo non può bastare: servirà la collaborazione di tutti affinché l’impresa divenga possibile.
Scavare, combattere, progredire ciclicamente
Con un’idea di base così particolareggiante, il gameplay alla base di The Tomorrow Children non poteva che costituirsi di un multiplayer online estremamente differente dal senso comune del termine oggi utilizzato.
I giocatori collaborano indirettamente, in quello che si potrebbe definire un multiplayer asincrono, per mantenere viva e funzionale la società.
Dal punto di vista pratico essi sono quindi chiamati a far evolvere le città in loro possesso, rendendole autosufficienti ed in grado di difendersi dagli attacchi della misteriosa minaccia robotica nemica.
Per attuare questo progresso è necessario un continuo accumulo e sfruttamento delle risorse rimaste, che è possibile individuare sulle famose isole di cui sopra si è parlato.
L’acquisizione di tali risorse, tuttavia, non risulta così semplice e, per ottenerle, viene richiesto agli utenti di scavare negli anfratti rimasti con tutti gli strumenti a loro disposizione.
Questo permette l’evoluzione della tecnologia all’interno dei singoli villaggi, dando modo al giocatore di creare mezzi di scavo più precisi e veloci con cui ottenere un sempre maggior numero di risorse in minor tempo.
Tutto segue una struttura ciclica, che richiama molto una caratteristica propria del genere gestionali, con l’unica differenza che parte delle nostre azioni di gioco avranno ripercussioni sugli altri giocatori e viceversa.
Se pertanto nelle prime fasi di gioco saremo costretti ad esplorare le isole muniti solo di picconi e martelli, avanzando nell’avventura ci ritroveremo in mano oggetti in grado di creare tunnel istantaneamente.
Stesso discorso per i mezzi di trasporto e per i dispositivi di difesa all’interno delle città e per ogni aspetto che caratterizza il mondo di gioco da noi controllato.
Ovviamente, così descritta, la struttura del titolo avrebbe un grave limite relativo alla possibilità di esaurimento delle risorse presenti. Inutile dire che Q-Games ha già dato conferma del fatto che le isole di The Tomorrow Children sono create in modo procedurale, similmente a quanto accade con i pianeti di No Man’s Sky – anche se con numeri sicuramente più contenuti.
La caduta della cortina di ferro
The Tomorrow Children è uno dei titoli più intriganti presentati durante la Gamescom di Colonia e, in generale, uno dei prodotti con l’incipit narrativo più interessante di quest’ultimo periodo.
Se da un lato quindi, i concetti alla base di trama e sistema di gioco ci hanno convinto appieno, restiamo quanto mai dubbiosi sulla struttura complessiva.
Molti quesiti rimangono infatti senza risposta, partendo dal modo nel quale le azioni di un giocatore avranno ripercussioni sul mondo generale di gioco, passando attraverso il fatto che le sezioni esplorative vadano a ricalcare troppo quanto già visto in Minecraft, fino ad arrivare al target finale che The Tomorrow Children propone.
L’obbiettivo dei singoli utenti sarà quello di fare prosperare le proprie città, permettendo così la prosperità ‘globale’.
La domanda è: vi sarà un limite? Vi sarà una fine? Quando e perché compariranno i titoli di coda?
Con questi dubbi vi lasciamo e lasciamo The Tomorrow Children, quanto mai curiosi di conoscere di più del titolo. L’appuntamento è fissato per il 2015, ma speriamo che PixelJunk e Japan Studio decidano di rilasciare nuove informazioni il prima possibile.