Daemon X Machina – Quando la passione per i mech si accende
E poi scopri il gioco è sviluppato dai migliori del settore
Il Nintendo Direct di quest’anno ha senza dubbio spiazzato moltissimi giocatori per via di quella lunghissima presentazione di Smash Bros, certo se non si è appassionati del gioco è comprensibile. Non sono in molti infatti a sapere che il titolo di Sora è tra i più giocati nel settore degli eSports del genere e che all’EVO ( i mondiali dei picchiaduro diciamo) ha una popolarità che mette in ombra Street Fighter e compagni. Quindi se da un lato è comprensibile la noia provata da moltissimi, basta guardare la reazione dei Pro Players per capire quanto questi si siano invece esaltati oltre ogni limite. Una cosa è certa però, Nintendo ha iniziato la sua presentazione con un botto, rumoroso, molto metallaro e che a noi ha rubato subito il cuore, stiamo parlando di Daemon X Machina. Un titolo sui mech, che attendevamo da anni e che sembra davvero spettacolare, tanto che ha spinto immediatamente il buon Miyazaki di From Software ad annunciare che stanno lavorando a un nuovo Armored Core...troppo tardi Miya, troppo tardi!
Le migliori menti del genere unite per creare un capolavoro indiscusso
Il trailer d’inizio è stato senza dubbio esaltante ma il gioco siamo riusciti a comprenderlo meglio nel corso della mezz’oretta che Nintendo gli ha dedicato nel suo showfloor, cosi da vedere più da vicino questo titolo nato dalla collaborazione tra Marvelous e il neonato First Studio. Al momento parliamo di un’esclusiva tutta dedicata a Switch ma quello che più di ogni altra cosa ci ha davvero impressionato è il curriculum delle persone che stanno creando Daemon X Machina, i migliori per il genere dei mech. Stiamo parlando di un prodotto che unisce nomi altisonanti del settore come Kenichiro Tsukuda, nientemeno che il producer della storica serie Armored Core (Miyazaki…troppo tardi), mentre il design dei robottoni e i personaggi del titolo saranno curati sa Shoji Kawamori (sempre Armored Core ma anche Macross) e Yusuke Kozaki (che si è occupato degli ultimi Fire Emblem). I direttori sono poi Ken Awata (che si è occupato del recente Monster Hunter Stories) e Ken Karube, altro volto noto del mondo ludico alla sua prima direzione però. Insomma un bel gruppetto che ha messo in mostra però un titolo molto dinamico, con tanta azione e uno stile grafico accattivante, che si allontana moltissimi dalla serie storica di From Software, che invece era decisamente più incentrata su altri aspetti e che per questo non aveva mai avuto un grande pubblico…e anche per questo sono ormai quasi 6 anni che non si vede più. Attenzione però, il primo filmato mostrato nel direct era fantastico ed esaltante, ma quello che abbiamo visto alla Nintendo Treehouse ci ha convinti ancora di più che il 2019 sarà l’anno della riscossa per Switch, che non se la sta passando bene quest’anno.
Passiamo al gioco vero e proprio, che ci metterà ai comandi di un mech che qui viene chiamato Arsenal e che ci chiederà di portare a termine determinate missioni, che possono essere di varia natura e tipo quindi dal semplice andare nel luogo X e raccogliere l’oggetto Y oppure cercare di far saltare in aria un mega boss. L’azione di gioco è frenetica, sin da subito si può vedere come gli sviluppatori stiano spingendo molto sull’interattività con tutto ciò che si vede, cosi da permetterci di prendere e lanciare ogni tipo di oggetto a schermo (dalle macchine ai cartelli stradali), oppure radere al suolo interi edifici e farli crollare sopra i nemici. Nella demo si riesce a vedere anche come si possano rubare le parti dei mech avversari abbattuti per adattarsi alla battaglia e quindi evolvere in una strategia diversa da quella di partenza, sebbene non è stato specificato se si possa direttamente rubare l’intero robot nemico parcheggiando il nostro (cosa che è venuta in mente a tutti vista la possibilità che abbiamo di scendere dall’arsenal e prendere ilo controllo diretto del pilota). Nonostante la prova fosse fatta contro dei miseri mech usati da una CPU con un’IA non elevatissima, il gioco ci ha davvero entusiasmati sopratutto per la varietà che ha mostrato e le grandissime potenzialità che può esprimere. Non dimentichiamo che la chiave di titolo come questo è nella personalizzazione del proprio colosso, cosa che qui è fattibile potendo decidere di modificare ogni arto, arma e tipologia di missili da portarsi dietro. Ovvio che strategicamente tutto influenzerà le nostre scelte, ogni missione dovrà essere studiata nel dettaglio prima di poterla affrontare e sembra chiaro che sbagliare potrebbe costare caro. Come si è potuto notare pii si potrà giocare fino in 4, sebbene il multiplayer non sia stato ancora chiarito se sarà esclusivamente co-operativo o sarà possibile scontrarsi anche in classici PvP, il team al momento stà valutando le varie ipotesi. Le ultime cose mostrate erano inerenti la personalizzazione della nostra base e di ogni elemento anche estetico che riguarda il mech, niente di nuovo sotto questo aspetto che sembra nella norma a differenza dello stile grafico usato. Il cel-shading di Daemon X Machina è stupendo, ci proietta dentro un’anime con colori caldi e tanta distruzione, lontanissimo da quei cupi e grigi Armored Core. Una scelta molto coraggiosa, che noi apprezziamo tantissimo e che porterà sicuramente molti più giocatori a interessarsi a questo prodotto. Le potenzialità sono alte, il team che ci lavora è di prima classe e ci ha dato l’impressione che stiano realizzando quello che hanno sempre voluto fare, ma prima non gli era permesso. Dicono che sarà il più grande gioco sui mech mai creato, visto che la concorrenza non esiste al momento possono permetterselo ma speriamo ciò non li faccia dormire sugli allori in questi ultimi mesi di sviluppo.
Daemon X Machina è stata una vera sorpresa, un titolo che nessuno aveva rumoreggiato, di cui non si sapeva nemmeno l’esistenza e quindi vederselo li all’inizio del Direct è stato incredibile. Un gioco che già amiamo, che ci fà sognare con la mente, nonostante della storia non si sappia nulla, per tutte le cose che potremo fare e quelle che vorremo fare. E’ difficile che un concentrato simile di talenti, di attenzione al dettaglio e competenza dell’hardware possano fare passi falsi, quindi ci sembra doveroso che se avete uno Switch a casa iniziate a seguirlo, questo entra di diritto nella lista dei desideri di ogni giocatore e ovviamente fan dei robottoni giapponesi.