Disgaea 5: Alliance of Vengeance

  • Versioni: PS4 Switch
  • Gli anni passano, inesorabili, e la serie di Disgaea, creata ormai tre lustri fa da Nippon Ichi Software, rimane impassibile, uguale a se stessa nella sua follia, nella sua profondità e, soprattutto, nella sua capacità di far sorridere il giocatore mentre lo trascina in un vortice di ore e ore spese a grindare. Questo quinto episodio, sottotitolato per l'occasione Alliance of vengeance, segna l'esordio della saga su console di attuale generazione, con un passaggio al full HD e una serie di piccoli (ma significativi) aggiustamenti per una serie che iniziava a sentire il peso degli anni.

     

    Il mio Netherworld per un cavallo

    Dopo aver abituato i suoi fan per anni a storyline strampalate, tendenti decisamente più alla commedia che alla tragedia, Nippon Ichi Software, pur non rinnegando il ricorso ad uno humour insensato e demenziale, prova, per una volta, a tratteggiare vicende leggermente più mature, ponendo la vendetta e l'astio al centro della scena, a fare da motore alle misteriose intenzioni di Killia, protagonista solitario e tormentato. Solo con il procedere degli episodi e della trama principale, frammentata a mo' di serie televisiva, verranno svelati i veri motivi del profondo odio che il nostro alter ego a schermo nutre per Void Dark, spietato conquistatore demoniaco che, uno dopo l'altro, sta annettendo tutti i Netherworld al suo, con l'intenzione di diventare il signore supremo degli inferi. Strada facendo, Killia raccatta (alquanto malvolentieri) una serie di improbabili alleati, uniti dal desiderio di confrontarsi con Void Dark e porre fine alle sue brame di conquista: come accaduto già nel recente passato della serie, più che il plot in sé, in Disgaea 5 sono gli strambi personaggi e le relazioni che intessono a destare l'interesse del giocatore e i suoi sorrisi, nonostante il riutilizzo costante di topoi classici dei giochi di ruolo giapponesi, dal combattente occhialuto doppiogiochista all'energumeno tutto muscoli e niente cervello. Tra siparietti comici, inattesi momenti drammatici e una vendetta da consumare nel modo più doloroso possibile, gli sceneggiatori di NIS sono riusciti, una volta ancora, a consegnare al giocatore un comparto narrativo godibile, infarcito di skit secondarie e di comicità tipicamente nipponica. Il gran numero di mappe secondarie disponibili rischia di diluire eccessivamente il ritmo della narrazione, ma chi ha giocato anche a solo uno dei precedenti capitoli sa che, ben lontani dalle atmosfere seriose che caratterizzano capisaldi del genere quali Final Fantasy Tactics e Tactics Ogre, non c'è il rischio di perdere il filo per il semplice motivo che un filo vero e proprio non c'è. Non comprerete l'ultima fatica di NIS per la trama, questo è certo, ma ne rimarrete piacevolmente intrattenuti.

    Pozzo senza fondo

    La giocabilità nuda e cruda ha sempre rappresentato il fiore all'occhiello della saga, e questo quinto capitolo non rappresenta un'eccezione: il giocatore più paziente e con tempo da investire potrebbe spendere centinaia di ore con Disgaea 5, dal momento che ad una campagna principale completabile in non meno di una cinquantina di ore si affiancano centinaia di mappe generate proceduralmente all'interno dell'Item World, un editor per creare livelli da zero e il Quest Shop, che permette di intraprendere fino a dieci sottomissioni contemporaneamente. Queste vanno dalla semplice consegna di un oggetto all'uccisione di un determinato tipo di nemici, offrendo, di quando in quando, anche mappe e personaggi arruolabili inediti, a prolungare ulteriormente un'esperienza di gioco virtualmente infinita. Ma non è solo della quantità che si fregia l'ultima fatica targata NIS: la profondità e la possibilità di personalizzazione raggiungono vette inesplorate anche per i ciclopici quattro capitoli precedenti, probabilmente al prezzo dell'accessibilità, che, in effetti, non è mai stata il pezzo forte del brand Disgaea. Alle consuete dinamiche da gioco strategico a turni, con tanto di griglia su cui spostare i personaggi, micromanagement delle truppe ed attacchi multipli ottenibili allineando membri del party, il gioco aggiunge il Revenge Mode, sorta di trance da combattimento in cui tutti i membri del party cadono al raggiungimento di un valore di danni inflitti o subiti e l'Overload, attacco speciale di rara potenza effettuabile solamente durante questa finestra temporale. Il fatto che quasi tutti i membri del party dispongano di un Overload particolarmente potente non giova al bilanciamento generale, ma d'altronde questo è un vizio che la serie si porta dietro da diversi lustri e che non le ha mai impedito di raccogliere consensi tanto tra la critica quanto tra il pubblico, soprattutto in patria. A parte queste due aggiunte correlate, e la possibilità di scegliere tra nuove classi di combattenti (o di munire i propri personaggi di una sottoclasse, con vantaggi e svantaggi annessi), non c'è molto altro di nuovo tra le dinamiche di gioco di Disgaea 5, mentre tornano tanti dei punti fermi che hanno decretato il successo della serie, dai Geo Panel, modificatori sparsi per molte delle mappe, al Magichange system, assente nel quarto episodio e in ottima forma qui. Dispiace allora che non sia stato posto rimedio ad alcuni degli aspetti meno riusciti della produzione, come la scarsa importanza dell'equipaggiamento o l'incostanza del livello di difficoltà, mediamente molto permissivo ma non privo di qualche picco qua e là, soprattutto durante l'ultimo terzo della main quest. Cionondimeno, per dimensioni, profondità e possibilità di scelta per il giocatore (meglio se veterano del genere), Disgaea 5 risulta essere il capitolo più compiuto della serie fin qui, e questo, per quanto mi riguarda, è un complimento non da poco.

    Una generazione indietro

    Nonostante i personaggi nemici visualizzabili contemporaneamente siano aumentati di dieci volte e la risoluzione sia a 1080p, Disgaea 5 appare molto più simile a ciò che abbiamo giocato per anni su Playstation 3 rispetto a quanto visto recentemente sulla nuova ammiraglia Sony. Il set di animazioni, l'effetto “pattinamento” sulle superfici, gli stage poveri di dettagli e molto simili gli uni agli altri riportano l'orologio tecnico indietro di una generazione. Il doppiaggio e le musiche risollevano leggermente la situazione, con la possibilità, sempre gradita, di optare per la traccia nipponica o per quella inglese, senza però l'ombra di sottotitoli in italiano (d'altronde sarebbe stata la prima volta, per la saga). Credo di essere stato invece più che esauriente riguardo al discorso longevità: se non avete altro a cui giocare e una disponibilità di tempo sostanziosa, questo titolo potrà intrattenervi per un monte ore paragonabile a mostri sacri come Skyrim o un qualsiasi Fallout, pur appartenendo ad un genere del tutto diverso.

    Pro

    • Gameplay granitico
    • Offerta ludica eccezionale
    • Espande la formula base praticamente in ogni comparto

    Contro

    • Bilanciamento ancora latitante
    • Comparto tecnico debole per una PS4

    Conclusioni

    Graficamente sarebbe stato molto più a suo agio durante la scorsa generazione di console, non apporta novità così sostanziose alla formula base del brand e, in ultimo, non è esattamente accessibile per i neofiti, eppure Disgaea 5 si rivela essere il capitolo più sconfinato della saga, puntuale come un orologio svizzero nelle sue dinamiche di gameplay e particolarmente impegnativo durante le fasi finali della sua sostanziosissima campagna.Se amate il nonsense giapponese ed i giochi di ruolo di matrice strategica, con quest’ultima fatica di Nippon Ichi Software andate decisamente sul sicuro.

    8.0 1

    Articoli Scritto da Carlo Ziboni - Gamesnote.it

    Amante fin da bambino del mondo dei videogiochi, dopo un continuo scroccare partite con l'Atari di cugini vari, ho iniziato a fare sul serio nel 1987, quando in casa arrivò il mitico NES. Inutile dire che da quel momento, per me esistevano solamente Mario e soci. Con il passare degli anni e i migliaia di giochi passati sotto le mie grinfie, ho iniziato ad avere un sentimento di tolleranza anche verso SEGA, per poi entrare nel mondo Playstation e PC. Praticamente non ho mai perso una console Nintendo da trent'anni a questa parte. Questa mia passione viscerale per i videogiochi, nata nelle sale giochi anni '80, mi ha portato a collaborare per otto anni con Spaziogames.it, mentre nel frattempo in me nasceva l'idea di creare Gamesnote.it, una piattaforma libera e indipendente.