Retro Weekend: Battletoads & Double Dragon: The Ultimate Team – Un Retrogame da duri
L’unione fa la forza!
Due saghe storiche e di grande impatto quelle che compongono il crossover in questione: Battletoads & Double Dragon: The Ultimate Team dei rispettivi e leggendari Rare e Technos Japan Corp.. Pur essendo due le IP protagoniste, come spesso succede è solamente uno il team che poi realizza il crossover. In questo caso, il lavoro è stato svolto da Rare (e per fortuna, aggiungerei) e i risultati sono strabilianti. Battletoads & Double Dragon: The Ultimate Team è uscito nel 1993 originariamente per NES per poi approdare subito sulle piattaforme 16 bit quali Mega Drive prima e Super Nintendo poco dopo. Infine, anche sulla mitica prima console portatile della grande N: il Game Boy. A differenza del primo Battletoads, il quale sulla piccola portatile era proprio un gioco completamente diverso rispetto alla controparte Famicom/NES, il crossover è invece una vera e propria conversione. Questo titolo, per assurdo, pur avendo come protagonisti i volti noti di Billy e Jimmy Lee della famosa saga giapponese made by Technos, non è mai approdato nella terra del Sol Levante. Inoltre, il team giapponese non è stato coinvolto nemmeno nello sviluppo concettuale, infatti vi sono alcune incongruenze con i nomi degli antagonisti dell’universo di Double Dragon.
Insomma, dopo la poesia di Link’s Awakening, del quale ne abbiamo parlato la scorsa settimana, adesso è tempo di andare subito al sodo; poche chiacchiere e tante sonore mazzate!
I rospi incontrano i draghi
Il gioco è ambientato dopo le vicende del primo capitolo di Battletoads. La Dark Queen sconfitta, si rifugia nei meandri dello spazio, ma con estrema sete di vendetta nei confronti dei rospi che le hanno dato una sonora lezione. L’arcinemica, quindi, non si dà di certo per vinta e la sua brama di potere e di conquista della galassia rimangono la sua priorità. Questa volta riesce ad allearsi persino con gli Shadow Fighter, la nota gang rivale dei Dragon, Billy e Jimmy Lee. Dalla Luna emerge la sua nuova astronave spaziale: la Colossus. Grazie ad essa, riesce addirittura a neutralizzare l’esercito mondiale. Per i rospi, meglio noti come Battletoads, il pericolo è ancor più grande di prima ed avranno bisogno di tutto l’aiuto necessario per fronteggiare il loro nemico. Cercano la collaborazione di Billy e Jimmy e i due accettano. Tutti insieme, si fiondano contro la loro rivale ed inizia così il nuovo confronto a suon di botte, senza esclusione di colpi!
Essendo sviluppato da Rare, Battletoads & Double Dragon: The Ultimate Team si basa principalmente sulle meccaniche e sull’engine della saga. Gli ospiti, però, come giusto che sia, sono ricreati fedelmente alla loro controparte originale. Quindi, le caratteristiche dei fratelli Lee e di tutti i nemici appartenenti a Double Dragon riprendono a piene mani gli elementi tipici della rispettiva saga. In questo modo, giocare in multiplayer ha una marcia in più se viene scelto un personaggio per serie, così da completarsi a vicenda.
Tecnicamente, la versione NES, così come il primo capitolo, spinge al massimo il rispettivo hardware con tanto di effetti 3D e svariate tecniche che risultavano davvero all’avanguardia per i tempi. La controparte Game Boy è quella più simile alla console 8 bit di Nintendo, ma ovviamente sacrifica lo scorrimento 3D e tutto il resto, per ovvi motivi tecnici. Le versioni 16 bit risultano ovviamente migliorate nel complesso, seppur con delle sottili differenze tra esse. Quella Mega Drive presenta infatti un numero maggiore di brani, composti dal mitico Davide Wise, il quale ha fatto un lavoro davvero notevole, proprio perché ogni versione presenta anche delle differenze sul piano musicale. Tuttavia, non è altro che un semplice miglioramento della controparte NES. Discorso diverso per la conversione SNES, poiché è stata completamente ridisegnata graficamente e pur presentando meno tracce musicali, l’audio al contempo è stato ricampionato totalmente. Tuttavia, è su Mega Drive che il gioco risulta maggiormente fluido con in più anche animazioni leggermente migliorate.
In ogni sua versione, Battletoads & Double Dragon: The Ultimate Team è comunque un gran bel vedere. Sicuramente, la versione 8 bit ha un fascino tutto suo, perché vedere come un gioco riesca a spremere il NES in quel modo, lascia sempre meravigliati. Ciononostante, rimangono assolutamente bellissime anche le controparti 16 bit. In generale, il titolo vanta una cura nei dettagli davvero notevole, un character design solido e con animazioni realizzate in maniera ottimale. I personaggi, infatti risultano veramente carismatici, sia i protagonisti che i cattivi. Ovviamente, quelli appartenenti a Double Dragon richiamano maggiormente lo stile originale, però il team britannico non li priva del suo tocco stilistico nelle animazioni comiche, come ad esempio la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite nei momenti di panico. Grandioso anche il lavoro nella realizzazione dei vari livelli, poiché vantano un level design molto particolare, atipico per un titolo beat’em up. Dopotutto, questa è una peculiarità marchio di fabbrica del brand Rare. Musicalmente, come dicevamo, il lavoro svolto dal noto compositore è davvero notevole e di gran spessore. Ogni livello è accompagnato da brani che si adattano perfettamente al contesto affrontato, con sonorità rockeggianti che incrementano l’adrenalina, soprattutto nelle fasi più concitate. Su SNES l’impronta rock è molto più marcata, grazie al lavoro di ricampionatura svolto per le tracce musicali.
Double Team, doppio divertimento
Come ribadito sopra, il titolo, essendo sviluppato da Rare, mantiene le meccaniche e le caratteristiche tipiche della saga Battletoads, tra cui proprio ciò che l’ha resa unica tra i vari beat’em up: l’incredibile varietà di generi. A differenza di tutte le produzioni appartenenti a questa categoria, i titoli del brand dei rospi propongono un gameplay totalmente variegato, caratterizzato da scelte di game design veramente eccezionali. Battletoads non è solo scazzottate come se non ci fosse un domani, ma anche prontezza di riflessi estrema, abilità e, soprattutto, essere pronti a qualsiasi cosa, perché ogni livello potrebbe rivelarsi una sorpresa.
Non fa eccezione Battletoads & Double Dragon: The Ultimate Team, in cui non mancano fasi peculiari, tra cui quella classica alla corda realizzata però in maniera molto più originale, alternando le fasi a terra con quelle alla fune con tanti ostacoli e nemici da sconfiggere. C’è persino una sezione in salsa SHUMP che omaggia un grande classico: Asteroids e Blasteroids, ma allo stesso tempo anche un prodotto di casa Rare, ossia Solar Jetman che, appunto, come meccaniche richiama un po’ le due produzioni Atari.
Non sarà presente, invece, il tipico Turbo Tunnel che ha fatto la storia di Battletoads, rimpiazzato però da una fase alternativa e quindi sempre a bordo di un veicolo, ma pur essendoci degli ostacoli essa è più incentrata sulle botte al volo. Di chicche ne son presenti tantissime e sarebbe superfluo descriverle tutte, ma sappiate che il divertimento è assicurato.
Al termine di ogni livello ci sarà poi un boss tra quelli delle due rispettive saghe del crossover in questione.
Parlando dei personaggi, sarà possibile scegliere i tre rospi, Rash, Zitz e Pimple e, ovviamente, i due fratelli Lee, Billy e Jimmy. Le meccaniche sono quelle della saga realizzata dal team britannico, ma il feeling dei fratelli Lee è veramente fedelissimo a quello di Double Dragon originale, e infatti, saranno sicuramente i personaggi più adatti per gli attacchi in salto.
Tipico della saga Battletoads, il tasso di sfida assolutamente marcato ed una difficoltà sempre crescente fino ad arrivare ad alcuni momenti veramente tosti da superare, anche se non siamo ai livelli estremi del primissimo capitolo uscito per Famicom/NES. Possiamo dire che per il crossover, Rare ha cercato di non alzare troppo l’asticella della difficoltà, ma comunque non sarà assolutamente una passeggiata; sia chiaro questo.
Concludendo, Battletoads & Double Dragon: The Ultimate Team è un ottimo crossover che garantisce tantissimo divertimento, soprattutto se giocato in multiplayer con un amico. La varietà di situazioni e il mix frizzante di generi dona al titolo un tratto caratteristico unico e peculiare, rendendolo di fatto tra i migliori esponenti in assoluto dei beat’em up, anche se a volte sembra troppo riduttivo e superfluo affibbiare questa definizione ai titoli appartenenti a questa saga.

Appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni, scrive per il settore dal 2010 e da allora non si è più fermato. Nutre amore profondo per Nintendo ed i suoi brand, in particolare per quello di The Legend of Zelda. Col tempo, però, ha conosciuto e scoperto tante nuove produzioni, sia odierne che del passato, affinando i suoi gusti e la sua cultura videoludica. Nel tempo perso, ambisce a diventare un game designer ed un compositore-musicista, ma restano sogni chiusi nel cassetto... almeno per ora!