Retro Weekend: Conker’s Bad Fur Day (Live and Reloaded)
Il viaggio tra parodie e demenzialità dello scoiattolo rosso
Prima o poi sarebbe arrivato il giorno in cui parlare del mitico Conker’s Bad Fur Day di quel talentuoso team britannico che è Rare. Ho dedicato diversi articoli sullo studio inglese che ai tempi sfornò una moltitudine di titoli di spessore per Nintendo, prima di passare sotto l’ala Microsoft (dove, diversamente da quel che si dice, sta facendo comunque bene). Ho scritto infatti di Battletoads & Double Dragon, del meraviglioso Diddy Kong Racing ma soprattutto di Banjo-Kazooie, senza però tralasciare un’importante riflessione su Donkey Kong Country, confrontando la trilogia classica Rare e la dilogia Retro Studios, nonché un approfondimento sul terzo capitolo. Se prima di iniziare volete recuperare questi articoli, li ho linkati apposta per l’occasione.
Bando alle ciance e veniamo subito al dunque. Conker’s Bad Fur Day è stato rilasciato nel 2001 per Nintendo 64 ed è un po’ il canto del cigno di questa bellissima console, ma soprattutto di Rare. Il gioco venne prodotto su una cartuccia del doppio più capiente di quelle standard del Nintendone: 64 megabyte anziché i soliti 32 e la realizzazione tecnica ha del miracoloso, soprattutto perché Rare non ha reso necessario l’utilizzo dell’espansione RAM di cui molti giochi si avvalevano ai tempi, tra cui il loro Donkey Kong 64. Conker’s Bad Fur Day era un vero prodigio tecnologico e dinanzi a lui rabbrividiva qualsiasi opera della quinta generazione. Passando in Microsoft, Rare confezionò persino un remake di Conker, ovvero Live and Reloaded, uscito nel 2005 per la prima Xbox. Anche qui il risultato è straordinario, ritrovandoci tra le mani un titolo che non teme confronti nemmeno con le prime produzioni Xbox 360. Si tratta senza dubbio di uno dei remake più belli mai realizzati. Oggi sono qui per parlarvi di Conker in generale, ma tenendo in considerazione comunque entrambe le versioni.
Uno scoiattolo rosso apparentemente innocuo di cui è meglio non fidarsi
Se pensiamo a cosa sarebbe dovuto essere il titolo Rare originariamente, beh sappiate che abbiamo poi ricevuto un gioco del tutto diverso dal concept originale. Lo studio britannico stava lavorando a Twelve Tales: Conker 64, capitanati sempre da Chris Seavor. Non era altro che un classico platform in 3D, come sarebbero poi stati anche lo straordinario Banjo-Kazooie e Donkey Kong 64. Proprio perché Gregg Mayles e soci stavano dando vita al capolavoro con protagonisti la coppia orso e pennuta e pronto ormai per la release, Seavor si rese conto che il suo progetto era comunque fin troppo simile a quello realizzato dagli altri ragazzi del team. Temendo che il suo Conker potesse quindi essere oscurato da Banjo, il team cancellò una grossa parte di ambientazioni e idee per dar vita a quello che poi sarebbe stato Conker’s Bad Fur Day, un titolo esilarante, demenziale e pieno zeppo di parodie cinematografiche, violenza e linguaggio scurrile. Ciò che lascia particolarmente meravigliati è però il supporto totale di Nintendo per quest’opera, conoscendo quanto la compagnia giapponese fosse ‒ soprattutto ai tempi ‒ contraria a questo tipo di contenuti e molto restrittiva. Probabilmente era però anche una grande N ormai allo sbaraglio, massacrata dal predominio Sony e che cercava in tutti i modi di riscattarsi, volendo probabilmente cancellare anche quell’assurda macchia che tutt’oggi porta e che la vedrebbe realizzare giochi per bambini.
Conker’s Bad Fur Day è sì un platform 3D, ma sarebbe davvero troppo riduttivo ritenerlo semplicemente tale. O perlomeno, non è solo questo. L’avventura del rosso scoiattolo ci vede infatti protagonisti delle situazioni più assurde e strampalate come affrontare una cacca gigante che canta la lirica a suon di rotoli di carta igienica (ah, The Great Mighty Poo), urinare su dei nemici di fuoco, surfare sulla lava, allevare un cucciolo di dinosauro (per… non ve lo dico), partecipare ad una guerra, superare una sezione à la Matrix con tanto di bullet time anticipando di alcuni mesi persino Max Payne, affrontare orde di non morti e chi più ne ha più ne metta. Rimandi, citazioni e parodie sono all’ordine del giorno e ne caratterizzano anche la forza, tuttavia l’opera Rare vanta dalla sua una varietà ludica impressionante e di altissimo livello, minata solo da alcune piccole sbavature come degli errori di bilanciamento in alcune fasi e collisioni non sempre entusiasmanti. Qualcosa è stato corretto nel remake così come migliorato risulta il sistema di controllo in generale, ma in linea di massima questi nei sono in buona parte rimasti. Trattasi comunque di piccolezze che non minano affatto una delle esperienze più belle, uniche e memorabili mai apparse nel panorama videoludico; su Nintendo 64, prima, e sulla prima Xbox, poi (retrocompatibile su Xbox One).
Giocare Conker’s Bad Fur Day o soprattutto il remake Live and Reloaded genera un piacere genuino di puro divertimento. Vuoi per le situazioni assurde che vengono proposte in continuazione, senza sosta e sempre con brillante estro creativo, vuoi per i suoi dialoghi spassosissimi, vuoi proprio per le parodie cinematografiche e per una scrittura fantastica, le risate non mancheranno; e di gusto. Anche l’accompagnamento musicale di Robin Beanland (aiutato pure dallo stesso Seavor) è di notevole spessore, con tracce di ogni tipo, donando lustro alle rispettive sezioni di gioco. Il titolo è inoltre completamente doppiato, un altro elemento molto singolare per una produzione Nintendo 64: a dare le voci a tutti i personaggi sono stati però solo in tre persone, tra cui lo stesso Seavor e il programmatore Chris Sutherland (che ha prestato la voce a The Great Mighty Poo). Ho rigiocato proprio di recente Conker: Live and Reloaded, avendo vissuto l’esperienza dell’originale soltanto grazie alla bellissima raccolta che è Rare Replay, ed ero curiosissimo di vedere in azione questo remake. Posso dire che non mi divertivo così tanto da diverso tempo. Già su Nintendo 64 il titolo sa il fatto suo, anche tecnicamente parlando, ma sulla prima Xbox è un’esplosione incantevole di potenza e dettaglio con una direzione artistica strabiliante. Solo in rarissimi casi il comparto tecnico mostra qualche difficoltà, ma in generale è sempre una gioia per gli occhi. Non ho mai visto un pelo più bello di quello di Conker. La sua coda “peluchosa” e morbida è irresistibile. Però non lasciatevi trarre in inganno da questi aspetti, Conker è un vero bastardo. A differenza di tanti altri platform dove bisogna collezionare i più disparati oggetti, l’obiettivo dello scoiattolo rosso di Rare è semplicemente uno: guadagnare soldi. Nulla lo frenerà dinanzi ad un bel mazzo di verdoni; e non ha mica tutti i torti.

Appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni, scrive per il settore dal 2010 e da allora non si è più fermato. Nutre amore profondo per Nintendo ed i suoi brand, in particolare per quello di The Legend of Zelda. Col tempo, però, ha conosciuto e scoperto tante nuove produzioni, sia odierne che del passato, affinando i suoi gusti e la sua cultura videoludica. Nel tempo perso, ambisce a diventare un game designer ed un compositore-musicista, ma restano sogni chiusi nel cassetto... almeno per ora!