Inside Gaming: La Console Unica – Rubrica

Dopo diverso tempo, torniamo nella bacheca di Inside Gaming, dove le teorie più folli sul mondo videoludico si incrociano e, certe volte, in questo mega brainstorming, trovano anche senso. Oggi vorrei discutere della più grande teoria sul futuro del gaming, un'ipotesi che esiste da sempre e che ricorre anche ai giorni nostri. Di cosa stiamo parlando? Della fantasmagorica Console Unica ovviamente, della cui teoria vorrei discutere con voi. Il motivo principale per cui mi è venuta voglia di trattare questo tema è collegato al maestro del cinevideogioco Hideo Kojima. Il buon vecchio volpone di Konami ha recentemente rilasciato una dichiarazione riguardante questo argomento, che riportiamo di seguito: ”Sebbene sia molto legato alle console Sony, ho deciso che, d’ora in poi, svilupperò solo giochi multipiattaforma. Ritengo inoltre che il futuro del settore videoludico risieda nel cloud gaming”. La prima cosa che mi viene spontaneo pensare è: come mai pure il grande Kojima, legato da eoni al videogame targato Sony, ha deciso di rinunciare, essenzialmente, a rendere le sue prossime opere delle esclusive, rendendole ora disponibili a un più ampio bacino d’utenza? Qualche malizioso potrebbe rispondere con la banale, ma pur sempre convincente, “lo fa per soldi”. Io, personalmente, provo un profondo rispetto e ammirazione verso il designer giapponese, che reputo uno dei grandi colossi dell’intrattenimento in generale e quindi capace, in qualche modo, di vedere il futuro prima di altri.

Kojima

Spiegata la mia posizione al riguardo, credo che, prima di inoltrarci a fondo sulla teoria della Console Unica, sia necessario riflettere su una precisa parola: “intrattenimento”. Si, amici miei, perché non esiste solo il buon videogiocare come forma di intrallazzo, ma vi fanno parte anche il cinema e la letteratura. Chiarito questo concetto basilare, vi pongo un semplice quesito: come fa la gente ad interagire con questi media? Vediamolo insieme. I libri sono il media più facile da utilizzare. Basta possederne uno, saper leggere e il gioco è fatto. Il cinema, invece? Si può decidere di vedere il film in sala, oppure utilizzare un lettore dvd/blu ray. E i videogame? Qui viene il difficile. Se per i due media sopracitati basta un libro o un qualsiasi lettore multimediale, per i videogiochi non è affatto così. Vuoi giocare a Zelda? Ti serve una console Nintendo. Vuoi provare Halo? Devi disporre di una Xbox. E ancora, vorresti imparare un po’ di mitologia greca con God of War? Non ti resta che acquistare una PlayStation.

E qui voglio soffermarmi. Se questo concetto a noi tanto caro e fanboyista delle esclusive sembra un argomento imprescindibile per imbastire un discorso di stampo 'videogiocoso', per tutti gli altri che vivono al di fuori di questo nostro mondo composto da pixel, questa limitazione sembra ridicola. Pensateci: immaginate che il nuovo capitolo della trilogia di Lo Hobbit venga reso disponibile solo a coloro i quali dispongono di un lettore DVD Sony, come la prendereste? Oppure se l’ultimo libro di Stephen King sia reso scaricabile solo per dispositivi Kindle, come reagireste? Beh, io credo non bene, ma se ci riflettete un momento, è proprio quello che accade ogni giorno nel nostro settore. Perché negare al 50/60% del pubblico la possibilità di vivere le emozioni e le avventure di quel titolo in esclusiva, solo per colpa di un sistema che ci obbliga ad avere quella console e solo quella per farlo funzionare? Pensate, per esempio, quanta gente potrebbe giocare ad Uncharted, se questo titolo fosse disponibile anche per Xbox e Wii U. Sicuramente molta, molta di più. Pensate al multiplayer online, a quanto sarebbe più bello se ci fosse un unico servizio online, dove gli utenti Sony, Microsoft, Nintendo e, perché no, PC possano giocare insieme a prescindere dalla macchina che utilizzano.

 

Microsoft Sony Nintendo

Tutto questo sta alla base della teoria della Console Unica, dove l’utente non sia costretto ad avere tre diverse console per giocare ad altrettanti tre giochi, dove l’esperienza online sia veramente completa e globale. Io credo che, finché non si raggiungerà un concetto di unità di intenti simile a quanto appena descritto, il settore videoludico rimarrà sempre legato al termine “di nicchia”. Probabilmente lo ha capito anche Kojima, vedendo nel multipiattaforma e la scomparsa delle esclusive, il futuro del nostro caro intrattenimento, tutto a vantaggio della maggior visibilità che ne deriverebbe. Concludo questo breve articolo chiedendovi: preferite che tutto resti così, o anche voi aspirate alla Console Unica? A voi la parola, dunque, attendiamo le vostre opinioni. Ah si, c’era anche il cloud gaming, ma questa è un’altra storia…