Retro Weekend: Ninja Gaiden Black
Speciale

Retro Weekend: Ninja Gaiden Black

La leggenda di Ryu Hayabusa

  • Versioni: Xbox One Retrogames
  • Debutto su queste pagine grazie all’opportunità offertami dal buon Rosario di curare la rubrica Retro Weekend. Sono particolarmente legato al passato videoludico e poter raccontarvi delle esperienze che hanno fatto la storia – o che comunque meritano degli elogi – mi riempie di gioia. Non è facile, oggi, trovare sul web testate che raccontino dei pezzi di storia del videogioco; questa rubrica ha un valore veramente importante. Un valore che cercherò di rendere ancora più grande con il mio supporto (almeno queste sono le premesse) per un argomento che mi sta particolarmente al cuore. Inizierò, quindi, con un titolo non troppo vecchio (la preistoria la prenderemo, però, sicuramente in esame) e che tuttora può essere di facile accesso (non solo ludicamente parlando).

    Ninja Gaiden Black

    Pronti a sfoderare la Spada del Drago Nero?

    Ricordate la prima Xbox? Molti sono stati i titoloni che ha ospitato, ma uno in particolare, più di tutti, mi ha spinto alcuni anni fa ad acquistarla in maniera direi piuttosto folle. Sapete, un po’ come le donne quando vogliono comprare in maniera compulsiva il loro paio di scarpe o tutti i millemila accessori che indossano. Ecco, più o meno in quel modo. Sorto in me l’interesse per lo sviluppatore giapponese, Tomonobu Itagaki, e per uno dei suoi pupilli, Ninja Gaiden del 2004, la ragione diventa ossessione. Quindi, al primo gruzzolo messo da parte, mi fiondo su eBay per trovare qualcuno che vendesse la console, pur solo da battaglia, giusto per giocare. La trovo, l’inserzione comprende pure Ninja Gaiden; dunque acquisto e aspetto impazientemente l’arrivo del corriere, peggio di una teenager che attende il suo mascara acquistato su Amazon (sì, perché ormai tutto si compra online). Quando tutto è finalmente nelle mie mani, sono contento peggio di un bambino che il mattino del 25 dicembre trova le sorprese sotto l’albero di Natale. Aggiungo quindi alla mia postazione di gioco (retro) la bella arrivata e, tempo di prendere dimestichezza con i comandi, è subito amore. Comincio l’avventura direttamente in modalità Hard, perché sono un folle (o scemo) che ama le sfide estreme. Questa scelta, infatti, mi costa il doppio degli sforzi per portarla a termine. Doppia, però, è stata anche la soddisfazione ai titoli di coda. Una semplice opera è bastata per farmi apprezzare Itagaki-sensei e da allora non mi son fermato ed ho comprato come uno psiconevrotico molti dei suoi giochi, tra cui il seguito, Ninja Gaiden II, Devil’s Third ed altro. Tuttavia, questa è un’altra storia. Vi basti pensare che l’amore per il titolo di cui vi parlo oggi mi abbia portato ad acquistare anche l’edizione giapponese di Ninja Gaiden nel corso del mio viaggio in Giappone, durante una delle mie visite nel bellissimo quartiere di Akihabara (paese dei sogni per ogni videogiocatore che si rispetti) – Tokyo. Soprattutto, mi ha spinto a comprare la seconda versione del gioco, ossia Ninja Gaiden Black (il vero protagonista dell’articolo). Non poche sono le differenze con la prima release, ma volendo essere sintetici, vi basti sapere che ci sono: un nuovo livello di difficoltà (la famigerata Master Ninja), nuove armi, nuovi costumi, alcune modalità di gioco che erano acquistabili sotto forma di DLC (primi esperimenti dell’epoca) già incluse, tanti nuovi nemici a seconda della difficoltà scelta e molto altro ancora (perlopiù differenze tecniche et simila). In ogni caso, non siamo qui oggi per parlare delle differenze (che, seppur piccole, c’erano pure tra versioni PAL ed NTSC della release 2004), bensì della qualità del prodotto. Un prodotto che, oggi in particolare, potrà essere riscoperto in maniera molto più semplice di come ho fatto io. Sì, perché se siete possessori di Xbox One, sappiate che è possibile giocarlo direttamente sulla nuova console di Microsoft, poiché anche i titoli della prima Xbox (già da un po’) sono nel programma retrocompatibilità. Come se non bastasse, il gioco è incluso nel servizio Game Pass di cui potete usufruire dei 14 giorni di prova. Due settimane potrebbero essere più che sufficienti per portare il titolo a termine (anzi, finite tranquillamente pure altro), quindi… perché non provare? Questo intendevo con ”facile accesso” nell’introduzione. Senza contare che su One l’opera ha subito aggiornamenti per riadattare il tutto alla risoluzione di 1080p e altre piccole migliorie. Il gioco già faceva la sua bellissima figura ai tempi sulla prima Xbox (era davvero un gran bel vedere), ma adesso è ancor più bello. Quindi, mettetevi comodi, così da capire perché vi consiglio così tanto l’opera diretta dal maestro Itagaki e sviluppata da Team Ninja.

    Ninja Gaiden Black è un action hack ‘n slash di base, ma si avvale di moltissimi elementi tipici degli action adventure. Nonostante un combat system solido e molto profondo, non è il combattimento contro tanti avversari e boss il punto focale dell’opera (seppur sia l’elemento cardine). Questo perché il gioco vuole essere ben altro. Sebbene sia molto particolare ed originale grazie ad un AI nemica veramente pazzesca e di spessore, programmata quasi come fossero tutti avversari umani pronti a farti secco senza pietà, Ninja Gaiden Black fa di tutto il contorno il suo vero punto di forza. C’è esplorazione, ricerca, fasi platform e, di tanto in tanto, sezioni tipiche da puzzle solving (seppur mai in maniera articolata). Insomma, c’è una lunga serie di elementi che rendono l’esperienza complessiva un qualcosa di puramente eccezionale. Il titolo è suddiviso in vari capitoli che possono essere la reinterpretazione di uno stage/livello, però il mondo di gioco è tutto collegato e completamente esplorabile (salvo per alcune location, come il dirigibile). Per cui, pur trovandoci al capitolo 8 (esempio) non vuol dire che non ci sia la possibilità di tornare in posti già visitati, a meno che non ci siano alcuni paletti del caso (tipo una strada interrotta nel punto in cui siamo giunti, per intenderci). Questo rende, di fatto, l’opera di Itagaki un prodotto concettualmente unico e peculiare. Non per altro, è difficile trovare oggi un titolo che vanti tutte queste influenze, specie se di natura sia un action hack ‘n slash. Cosa buffa è che proprio i primi esponenti del genere 3D avevano gettato delle basi (Devil May Cry da un lato, Ninja Gaiden dall’altro), ma dalle loro stesse saghe non sono stati poi più seguiti. Il primo capitolo di Devil May Cry è l’opera che ha reinventato il genere hack ‘n slash nella rivisitazione stylish. Proponeva, però, un’impostazione di gioco molto simile ad un survival horror (dopotutto, doveva essere in origine Biohazard 4) e anch’esso disponeva, seppur in maniera meno complessa, una struttura molto simile a Ninja Gaiden. Itagaki quindi amplia la formula: allo stylish e all’eleganza di Dante preferisce la brutalità e la forza devastante e alle schermate pre-renderizzate fisse sceglie l’esplorazione libera e puramente 3D (più da action adventure che non da survival horror per l’appunto). Ecco, Ninja Gaiden è servito! Rispetto a Devil May Cry, il combat system è molto più profondo, tecnico e massiccio, proprio per sfruttare appieno la maggior ampiezza d’azione e la cattiveria estrema dei nemici. Sarà possibile anche parare gli attacchi (ovviamente non tutti) non solo schivarli come è invece per il rivale realizzato da Kamiya e Capcom. Differenze che possono sembrarvi minime, ma che cambiano completamente l’esperienza di gioco e che in definitiva rendono i due titoli molto diversi (parliamo senz’altro di due capolavori ed esponenti assoluti del genere, insormontabili ancora oggi).

    La trama non spicca per brillantezza, però è funzionale in quello che vuole raccontare e per dare il giusto pretesto narrativo che spinge il videogiocatore a fruire dell’opera. Ad arricchire questo aspetto è inoltre una solida regia, davvero di grande impatto. Vi basti dunque sapere che noi prenderemo il controllo di Ryu Hayabusa, discendete del clan ninja Hayabusa della stirpe del drago e a cui è stata data in custodia la Spada del Drago Nero. Quest’arma racchiude un’enorme potere e il compito del clan è quello di non farla cadere nelle mani di persone corrotte e avvolte dalle tenebre. Infatti, nelle mani sbagliate, la spada rappresenterebbe la personificazione del male. Un’altra lama è nelle mani del clan, ossia la Spada del Drago, unica arma in grado di fronteggiare il Drago Nero e in possesso del protagonista. Il villaggio Hayabusa viene assalito e il Drago Nero, rubato. Starà a noi scoprire la verità e fermare il male. Tutti gli altri dettagli, invece, li lascio scoprire a voi. Come ogni action game che si rispetti, il nostro Ryu potrà potenziare la sua Spada del Drago o altre armi, acquisendo così la possibilità di eseguire anche nuove tecniche. Ulteriormente, potrà imparare delle mosse tramite pergamene scritte ed usare degli accessori per potenziare determinati parametri. Inoltre, potremo incrementare la barra di energia vitale o gli slot delle magie Ninpo raccogliendo degli oggetti appositi. Le abilità del protagonista sono tra l’altro eccelse: può correre sui muri, saltare da una parete all’altra e molto altro ancora.

    Ninja Gaiden Black

    Una perla splendente che i sequel non hanno eguagliato

    Finora, però, abbiamo scalfito la base del prodotto. Andiamo a vedere il resto. Ninja Gaiden Black è un’opera brillante dal punto di vista del level design. Ogni location è realizzata con cura e classe, proponendo idee di game design e situazioni di gioco notevoli. Come se non bastasse, oltre alle aree all’aperto ci sono luoghi molto simili a dungeon (sempre per ribadire le similitudini al concetto di action adventure). In questi punti ritroviamo forse le sezioni più belle del titolo e dove la natura tipica di un adventure risplende in tutta la sua essenza: percorsi ad ostacoli, sequenze platforming, esplorazione e ricerca, qualche piccolo rompicapo. Insomma, l’apoteosi che esplode in una meraviglia videoludica confezionando un’esperienza veramente senza eguali. Sì, perché come ribadivo poc’anzi, il concept alla base del primo capitolo del ninja non verrà poi seguito dai suoi successori stessi. Il sequel rimane comunque un gran bel titolo, mentre il terzo, pur non essendo così brutto come si legge in giro, perde molti colpi (l’assenza di Itagaki si fa sentire). Tuttavia, nessuno dei due segue la formula del primo glorioso capolavoro e quindi la saga diventa un semplice action hack ‘n slash suddiviso in più livelli dove la componente preponderante è l’azione. Il secondo di tanto in tanto cerca di inserire qualcosa per dare un pizzico di esplorazione (ma veramente risicata e non più paragonabile ad un action adventure), ma il terzo, seppur interessante dal punto di vista narrativo, resta quello più povero come videogioco in sé.

    In ogni caso, Ninja Gaiden Black non è solo maestoso come videogioco nel senso stretto e puro del termine. Lo è pure tecnicamente. Ai tempi era davvero qualcosa di mastodontico per come spingeva l’hardware di Microsoft. Risultati di quel calibro non erano all’ordine del giorno e quindi il titolo poteva vantare un comparto tecnico quasi non riconducibile alla sua generazione di appartenenza. Le sequenze cinematiche sono epocali. Davvero bellissime e caratterizzate da una regia ottima. Il livello di dettaglio di tutti gli elementi su schermo è pazzesco. Le animazioni sono davvero notevoli; la fluidità, impeccabile. Difficilmente si riscontrano cali (sono veramente rari) e il che è tutto dire vista la dinamicità e la frenesia che il titolo offre. La varietà delle ambientazioni è poi incredibile, seppur in sostanza si discosti molto dallo stile che uno potrebbe aspettarsi da un gioco di ninja. Ad eccezion infatti di alcune ambientazioni ed elementi riconducibili totalmente alla cultura orientale, Ninja Gaiden Black propone sul piatto uno stile artistico in parte più vicino al folklore occidentale. I demoni, ad esempio, nella forma e nello stile richiamano più al visionario di mostri e bestie della nostra cultura che non della loro. Stesso dicasi per le location dove troviamo: caverna di ghiaccio e fuoco, piramide, cattedrale, acquedotto ed altro (giusto per non svelarvi tutto); ambientazioni lontane dal Giappone feudale, per intenderci, seppur, in alcune zone, particolari architetture cerchino comunque di ricordarlo (un po’ anche per rimarcare l’origine del team di sviluppo e del suo creatore).
    La colonna sonora, poi, incalza perfettamente lo stile del titolo ed enfatizza ogni momento o cutscene del gioco. Si passa da brani prettamente di natura orientale ad altri di diverso genere, ma il tutto perfettamente adattato a ciò che ci troviamo davanti. Le musiche di alcune location potrebbero sicuramente restarvi impresse perché davvero impeccabili, tanto da ricollegarle subito al luogo di appartenenza. A livello prettamente sonoro, Ninja Gaiden Black si fa valere. L’audio è di pregevole fattura; il suono della ferraglia delle armi di metallo è riproposto in maniera solidissima e piuttosto realistica. Le esplosioni sono forse la cosa riuscita meno, ma non per questo fatte male. Infine, nemmeno in maniera troppo velata, il gioco mostra le sue influenze e ispirazioni alla saga di The Legend of Zelda. All’autore stesso, infatti, che è molto cordiale sui social, ho avuto modo di chiedere quale fosse il suo videogioco preferito e la risposta fu proprio Ocarina of Time e Pikmin (strano eh per uno che crea questo tipo di produzioni). Non si tratta di influenze marcatissime, però l’utilizzo dell’arco per attivare interruttori ed altro o degli shuriken bomba per far esplodere delle pareti in particolare, oltre che per il concept di alcuni “dungeon” in sé, richiamano un po’ il capolavoro di Nintendo. Ed è giusto che sia così se il creatore stesso ha tra i suoi giochi preferiti la saga della grande N.

    Ninja Gaiden Black

    Per concludere, posso dirvi che si tratta di un giocone davvero epocale. Un capolavoro che tutti gli appassionati di videogiochi dovrebbe giocare almeno una volta nella vita. Dopotutto, si tratta, insieme al primo Devil May Cry, del massimo esponente del genere e tuttora rimane imbattuto da qualsivoglia Bayonetta e compagnia cantante. Ninja Gaiden Black, così come il primo capitolo di Devil May Cry, offre un’esperienza più completa come videogioco puro, ed è per questo che ancora oggi i due titoli rimangono imbattuti. Riguardo a quale dei due sia meglio, invece, è una domanda che lascio rispondere a voi, perché non sono in grado di dare una risposta concreta ed effettiva (li adoro entrambi; sarebbe come scegliere tra due figli). Sicuramente, puntando ad offrire comunque esperienze differenti, ognuno ha i suoi punti di forza. Siccome, però, si parla di Ninja Gaiden Black, posso dirvi senza alcun dubbio che si tratti di una killer application assoluta della prima Xbox. Viste le possibilità offerte da Xbox One con la retrocompatibilità e col Game Pass, non avete scuse per non giocarlo.

    Articoli Scritto da Ismaele

    Appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni, scrive per il settore dal 2010 e da allora non si è più fermato. Nutre amore profondo per Nintendo ed i suoi brand, in particolare per quello di The Legend of Zelda. Col tempo, però, ha conosciuto e scoperto tante nuove produzioni, sia odierne che del passato, affinando i suoi gusti e la sua cultura videoludica. Nel tempo perso, ambisce a diventare un game designer ed un compositore-musicista, ma restano sogni chiusi nel cassetto... almeno per ora!