Samsung e gli eSports – La sfida ha inizio
Durante le nostre peregrinazioni in quel di Lucca, ci siamo imbattuti nello stand Samsung, quest’anno presente più che mai al Lucca Comics&Games. L’argomento principale, in questi giorni, riguarda ovviamente gli eSports e tutto ciò che ruota intorno ad essi.
Nello specifico, abbiamo intervistato Francesco il quale ci ha spiegato il lavoro che stanno facendo e i notevoli passi in avanti che gli Esport stanno facendo finalmente anche in Italia. Più che un’intervista tradizionale, preferirei raccontarvi le faccende di cui abbiamo discusso in un discorso più articolato e non fatto solo di botta e risposta quindi. Innanzitutto, Francesco Vitali mi ha spiegato come il progetto di Samsung di formare una squadra professionista di eSport è stata un volontà forte della società. Infatti, gli eSports sono in continua espansione, tanto da aver ormai fatto venire dubbi più che seri al CIO delle Olimpiadi. Una questione che avrete sicuramente seguito, merito anche delle opinioni della campionessa Federica Pellegrini, non esattamente positiva sull’approdo possibile dei videogiochi alle olimpiadi. Fatto sta che, duole dirlo, quando parliamo di tecnologia l’Italia non sia esattamente il paese più al passo coi tempi, se così volgiamo dire. E non solo strettamente per quanto riguarda le questioni tecniche ma soprattutto di apertura mentale.
Samsung ha deciso che era ora di smuovere il terreno italiota ancora fortemente retrogrado su molti aspetti. Il primo step di questo processo di formazione è stata la realizzazione dell’evento “Fight for Glory”, un programma nel quale i giocatori partecipanti più meritevoli, ovviamente di fascia professionale, venivano messi a dura prova tramite un lungo processo di selezione da cui, al termine ultimo, sarebbero rimasti solo i 10 giocatori ritenuti migliori e soprattutto adatti al gioco di squadra. Una volta formato il team, i ragazzi hanno cominciato ad essere sottoposti a sessioni di gaming piuttosto stressanti, da un punto di vista fisico, seguiti ovviamente dai coach specializzati. Molti di voi si staranno chiedendo: ma qual è il ruolo effettivo dei coach? E’ esattamente quello che abbiamo chiesto a Francesco, che ci ha riferito come i coach, oltre a seguire i ragazzi ed impostare il lavoro, focalizzano la propria attenzione su sessioni intense nel quale conoscere dapprima le tecniche del proprio personaggio, per impararne ogni aspetto, e successivamente a come sfruttarlo a dovere per ogni mappa possibile. Un lavoro che ha sicuramente dato i suoi frutti e che fa intendere come sia necessario un lavoro notevole per arrivare a livelli estremamente competitivi.
In tutto ciò, ovviamente Samsung ha dovuto fronteggiare un problema non da poco, vale a dire l’iniziale scetticismo da parte dei genitori dei ragazzi coinvolti nel progetto. Come ci tiene a sottolineare Francesco: “inizialmente i parenti avevano dei dubbi, comprensibili conoscendo come il medium in generale viene visto in Italia, figuriamoci gli eSports, ma vedendo che il programma poteva vantare su un colosso come Samsung si sono convinti che il progetto fosse serio”. Appianato questo, il team ha potuto concentrarsi a dovere sul proprio lavoro, ed i risultati non si sono fatti attendere. Nel giro di pochi mesi, infatti, il team professionista di Overwatch è riuscito a ritagliarsi un importante spazio nella scena del videogioco competitivo europea, classificandosi quattordicesima nella ladder ufficiale. Una prestazione notevole, che sicuramente ha reso orgoglioso lo staff di Samsung.
Certo, siamo tutti consapevoli come la scena degli eSports in Italia, nonostante i notevoli e continui miglioramenti degli ultimi anni, sia distante non poco rispetto ai diretti concorrenti europei, per non parlare di quella internazionale. Fatto sta che segnali come quelli lanciati da Samsung con il suo team “Morning Star” è sicuramente un ottimo biglietto da visita e ha ribadito forte e chiaro la volontà decisa da parte del colosso dell’elettronica di puntare sugli eSports. Speriamo vivamente di vedere molti altri progetti come questo, in grado non solo di aumentarne numericamente la visibilità ma soprattutto di garantire un livello di competitività interna più elevato, che può solo far bene in ottica internazionale. Insomma, viva gli eSports, sì anche in Italia!